Le bugie dell’acqua minerale
Le bugie dell’acqua minerale non sono una novità: le condanne degli ultimi anni, da Uliveto a Rocchetta da Vitasnella a Ferrarelle
Roberto La Pira 12 febbraio 2013 Pubblicità & Bufale
Il mondo delle acque minerali in bottiglia è tutt’altro che limpido. Oltre alle strategie di promozione che passano dagli studi dei medici di base o denigrano l’acqua del rubinetto, l’aspetto più critico riguarda le bugie e le scorrettezze dei messaggi pubblicitari che in questi anni non si è arrestata. Basta ricordare l’ambiguità delle pubblicità comparative che esaltano acque con poco sodio, sorvolando sul fatto che l’apporto di sodio nella dieta derivante dall’acqua è trascurabile. La stessa cosa si può dire per le acque con pochi sali minerali che vantano requisiti e vantaggi inesistenti. Poi ci sono i messaggi palesemente ingannevoli che hanno caratterizzato per anni il settore.
Nel 2005 la pubblicità di Uliveto e Rocchetta definite “acque della salute” sono state censurate perchè non è stata riscontrata “un’attività terapeutica”. Qualcuno ricorda come nel 2012 Rocchetta vantava caratteristiche analoghe ad alcune acque termali. Nella pubblicità sosteneva di svolgere una funzione terapeutica nei confronti di alcune affezioni della pelle e di avere poteri antinfiammatori. Si diceva che l’acqua proteggeva la cute dagli arrossamenti dovuti all’esposizione ai raggi ultravioletti. Per questo motivo era utile berla al mare o sulla neve dove è facile procurarsi scottature. L’Autorità Garante ha scoperto che le ricerche sull’effetto antinfiammatorio esistono, ma non riguardano l’ingestione dell’acqua, come si lascia intendere. L’attenuazione del rossore si ottiene attraverso impacchi effettuati con l’acqua Rocchetta.
Anche Tè Verde Elisir di Rocchetta, elencava virtù come “l’effetto diuretico”, “l’aiuto a combattere i radicali liberi”, il “ ritardo del processo di invecchiamento” e ancora “rinforza il sistema immunitario e abbassa il livello di colesterolo nel sangue” . Anche questo messaggio viene censurata dal Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria.
Nella pubblicità dell’acqua Lila si leggeva che “aiuta a combattere i radicali liberi e a rimanere giovani”. Di fronte al tentativo di trasformare un’acqua da tavola in un prodotto farmaceutico, il Giurì ha condannato.
L’acqua minerale Danone Vitasnella prometteva di fare scivolare via il senso di pesantezza, la scritta era supportata dall’immagine di una ragazza magra e atletica. Oltre a ciò Vitasnella “aiuta a prevenire la ritenzione idrica dei liquidi nei tessuti. Bevendola ogni giorno il tuo corpo si sentirà sempre più snello, più leggero e in forma”. Ingannevole e censurata.
L’acqua minerale Lete sosteneva di essere in grado di “contribuire a ridurre il rischio di ritenzione idrica, di cellulite e di ipertensione arteriosa”. Censurata: il Giurì ha ritenuto che promettesse più di quanto fosse lecito attendersi.
La pubblicità della bottiglia di minerale Santa Croce sosteneva “aiuta a prevenire la ritenzione idrica”. Censurata.
Ferrarelle nel 2006 scriveva nella pubblicità di essere “l’unica acqua minerale effervescente naturale di qualità garantita e sicura”. È stata censurata dal Giurì perché esisteva anche allora l’acqua Lete naturalmente effervescente. L’elenco potrebbe continuare ma ci sarà senz’altro un’altra occasione.
Roberto La Pira